Il quadro elettrico di casa è sicuro o diventerà un problema? Ecco le risposte

Indice

Ci sono problemi che si vedono subito, e altri che si scoprono solo quando è troppo tardi. Un quadro elettrico mal progettato, che non è suddiviso nel modo corretto, che non rispetta le norme o è troppo vecchio, è uno di questi. 

Ma cosa bisogna sapere per evitare brutte sorprese? Ecco le risposte che troverai continuando a leggere.

Quali componenti non possono mancare al suo interno; come cambia integrando fotovoltaico e domotica; perché bisogna suddividerlo nel modo giusto; quali tipologie usare; dove posizionarlo; come capire se è a norma e quando arriva il momento di sostituirlo.

Però prima facciamo un passo indietro e partiamo dalle basi: che cos’è, cosa fa e soprattutto a che cosa serve di preciso il quadro elettrico di casa.

Le basi: che cos’è, che cosa fa e a cosa serve il quadro elettrico di casa

In tutte le case il centro di controllo dell’elettricità è il quadro elettrico, chiamato anche centralino o quadro di distribuzione in gergo tecnico, perché alimenta e controlla le prese, le luci e tutti gli elettrodomestici. 

 

Caratteristiche e funzioni del quadro elettrico domestico

Per prima cosa, il quadro riceve la corrente dalla rete elettrica e poi la smista negli ambienti in cui è suddivisa l’abitazione grazie ai circuiti, i percorsi dei cavi che alimentano prese, luci ed elettrodomestici.

Oltre a distribuire l’energia, il quadro elettrico di casa protegge anche le persone e l’impianto, grazie a dispositivi di protezione installati al suo interno, come il salvavita, che blocca il flusso di energia elettrica quando rileva una dispersione.

Nella maggior parte dei casi, nelle abitazioni si installano soluzioni a bassa tensione: 230 volt sono infatti sufficienti per alimentare prese, luci ed elettrodomestici. 

Il più delle volte, poi, il quadro elettrico installato in ambito residenziale è monofase: l’energia arriva attraverso un solo conduttore di fase, mentre il neutro la riporta indietro, chiudendo il circuito.

 

Quanti quadri elettrici servono?

Quando in un edificio ci sono più unità abitative, ognuna deve avere il proprio quadro elettrico di riferimento.

Immaginiamo una villetta bifamiliare, suddivisa in due abitazioni autonome: se entrambe condividessero lo stesso quadro elettrico, un solo guasto causerebbe il blackout nell’intera struttura.

Con un quadro elettrico separato per ogni abitazione, il salvavita scatterà solo nell’unità dove si verifica il guasto, senza interrompere la fornitura elettrica dall’altra parte. 

Questa soluzione facilita anche la gestione dei consumi e consente a ciascun proprietario di personalizzare il proprio impianto elettrico, ad esempio installando un sistema domotico o un impianto fotovoltaico senza modificare l’impianto dell’altra abitazione.

I componenti che non possono mancare nel quadro elettrico di casa

Perché il quadro elettrico distribuisca l’energia in tutta casa e allo stesso tempo protegga persone e impianto, deve però avere al suo interno questi componenti chiave.

  • Interruttore generale
  • Salvavita
  • Interruttori a protezione dei circuiti
  • Moduli di riserva
  • Etichette identificative

 

Interruttore generale

L’interruttore generale è il primo punto di comando e primo dispositivo di sicurezza del quadro elettrico, perché interrompe o ripristina l’alimentazione dell’intero impianto

Si trova all’inizio del quadro ed è sempre accessibile, perché i tecnici possano individuarlo e usarlo con facilità in caso di manutenzione o emergenza: premendo l’interruttore generale si scollega l’impianto elettrico dalla corrente e si interviene senza rischi.

Senza l’interruttore generale niente fermerebbe il passaggio della corrente.  Ecco perché non è solo una questione di conformità alle norme: è una garanzia di sicurezza per chi vive in casa.

 

Salvavita

Il salvavita è un altro dispositivo di sicurezza che si trova dentro il quadro elettrico, obbligatorio per legge. Spesso il salvavita coincide con l’interruttore differenziale puro, ma per garantire una protezione completa serve anche il magnetotermico

 

Il differenziale

Il differenziale rileva la differenza tra corrente in entrata e in uscita.

Se il valore supera la soglia di sicurezza, vuol dire che si sta verificando una dispersione di corrente, così il differenziale scatta e interrompe il flusso di energia elettrica proteggendo le persone, perché evita scosse e folgorazioni.

Il magnetotermico

Il magnetotermico invece protegge l’impianto da sovraccarichi e cortocircuiti.

  • Sovraccarico: la corrente supera il limite previsto, causando surriscaldamento e rischio di incendio.
  • Cortocircuito: i conduttori, cioè i cavi che trasportano la corrente, perdono il loro isolamento e si toccano, generando un passaggio improvviso di corrente. 

 

Nel quadro elettrico, i due dispositivi possono essere installati separatamente o in un unico interruttore, chiamato differenziale magnetotermico.

Non tutti i salvavita funzionano allo stesso modo, però. Ne esistono di due tipi: semplice e autoriarmante.

  • Salvavita semplice: scatta in caso di guasto e dopo bisogna riattivarlo manualmente. Se nessuno è in casa, il quadro elettrico resta scollegato, lasciando tutto spento.
  • Salvavita autoriarmante: dopo aver interrotto la corrente, verifica se il problema è rientrato e, se non ci sono più pericoli, ripristina da solo l’alimentazione, senza bisogno di intervento manuale. 

Non pensiamo quindi al salvavita solo come a un obbligo da rispettare per legge. Come l’interruttore generale, garantisce protezione continua alla casa e a chi ci vive. 

 

Interruttori a protezione dei circuiti

Nel quadro elettrico, oltre al generale e al salvavita, ci sono altri interruttori fondamentali: i magnetotermici e i differenziali che proteggono le singole parti dell’impianto, circuiti specifici che fanno riferimento a zone o a gruppi di elettrodomestici dell’abitazione.

 

Ogni circuito ha il suo percorso e un interruttore che lo protegge. Questo significa che, se un circuito si interrompe, il resto della casa continua a funzionare. In questo modo, si isola il problema senza spegnere tutto l’impianto. 

 

Moduli di riserva

Un impianto elettrico non è statico, con il tempo si può evolvere in base alle esigenze dell’abitazione e delle persone che ci vivono: si possono installare nuove tecnologie, e quindi aggiungere nuovi dispositivi per potenziare o aggiornare l’impianto.

Ed è proprio a questo scopo che servono i moduli di riserva.

I moduli di riserva sono quegli spazi che si lasciano liberi all’interno del quadro elettrico per integrare nuovi interruttori e dispositivi in futuro, senza rifare l’intero quadro. 

Prevedere questi spazi significa progettare un impianto flessibile e pronto per il domani

 

Etichette identificative

Anche le etichette che identificano gli interruttori sono molto importanti nel quadro elettrico: servono ai tecnici per riconoscere subito la funzione di ogni interruttore in caso di manutenzione o emergenza.

Se un dispositivo smette di funzionare, un’etichetta ben visibile, chiara e leggibile, dice subito quale interruttore controlla il circuito. E, se serve spegnere una linea per fare manutenzione, il tecnico sa dove mettere le mani senza rischiare di scollegare altre parti dell’impianto. 

Risultato? Meno errori, e interventi più rapidi e sicuri.

E se volessimo integrare il fotovoltaico, come cambierebbe il quadro elettrico di casa?

Se vuoi integrare l’impianto fotovoltaico, il quadro elettrico di casa cambierà. Intanto non sarà più uno solo, ma ne serviranno almeno due:

  1. Il quadro elettrico generale, che distribuisce la corrente in casa e protegge l’impianto. Qui arriva l’energia dalla rete pubblica e quella prodotta dai pannelli solari.
  2. Il quadro di interfaccia del fotovoltaico, che collega i pannelli all’impianto di casa e alla rete pubblica. 
  3. Se installi un sistema con batterie, avrai anche un quadro di gestione dell’accumulo, che regola la ricarica e l’uso dell’energia immagazzinata.

E cosa c’è all’interno di questi quadri?

Il quadro elettrico generale

Rimane il cuore dell’impianto elettrico di casa. Qui trovi:

  • Interruttori magnetotermici: proteggono l’impianto da sovraccarichi e cortocircuiti. Se qualcosa va storto, interrompono subito la corrente.
  • Interruttore differenziale (salvavita): blocca il passaggio della corrente se rileva dispersioni, proteggendo le persone da possibili scosse elettriche.
  • Scaricatori di sovratensione: evitano danni agli apparecchi elettronici in caso di fulmini o sbalzi di tensione.

Il quadro di interfaccia del fotovoltaico

Questo quadro collega i pannelli solari all’impianto di casa e alla rete pubblica. Qui trovi:

  • Un interruttore generale: scollega l’impianto fotovoltaico quando è necessario fare manutenzione o in caso di emergenza.
  • Un sistema di protezione dalle sovratensioni: impedisce che gli sbalzi di tensione danneggino inverter, batterie e dispositivi di casa.
  • Un dispositivo di interfaccia (relè di protezione CEI 0-21): gestisce il passaggio dell’energia tra casa e rete pubblica, evitando che la corrente vada dove non dovrebbe.
  • Un contatore di produzione: misura quanta energia producono i pannelli solari. Utile per monitorare i consumi e sapere quanta elettricità puoi autoconsumare o vendere alla rete.
  • Un inverter (se non già integrato altrove): trasforma l’energia solare da corrente continua a corrente alternata, l’unica che si può usare in casa.

Il quadro di gestione delle batterie se hai un sistema di accumulo

Se installi un sistema con batterie per accumulare l’energia solare, avrai un terzo quadro che contiene:

  • Un interruttore di sicurezza: isola le batterie dal resto dell’impianto.
  • Un sistema di protezione dalle sovratensioni: protegge le batterie da picchi di tensione che potrebbero danneggiarle.
  • Un Battery Management System (BMS): gestisce la carica e la scarica delle batterie, evitando surriscaldamenti o sovraccarichi.
  • Un contatore di accumulo: misura quanta energia entra ed esce dalla batteria, aiutandoti a ottimizzare i consumi.

E se volessimo integrare la domotica, come cambierebbe il quadro elettrico di casa?

Per una casa intelligente in tutto e per tutto, il quadro elettrico deve gestire la domotica. Esistono due modi per farlo: aggiungere i dispositivi domotici nel quadro elettrico principale o installare un quadro separato solo per la domotica. Tutto dipende da quali e quante azioni si vogliono automatizzare in casa. 

Per controllare poche funzioni, come luci e tapparelle, si integrano i dispositivi solo nel quadro principale. Per una gestione più avanzata, come riscaldamento, allarmi, prese intelligenti, elettrodomestici connessi, conviene un quadro dedicato. 

Cosa contiene ogni quadro?

 

Quadro elettrico principale 

Distribuisce la corrente in tutta la casa e protegge dagli sbalzi di tensione. Dentro trovi:

  • Interruttore generale: spegne o accende tutto l’impianto.
  • Salvavita (differenziale): interrompe la corrente se rileva dispersioni.
  • Interruttori magnetotermici: evitano sovraccarichi e cortocircuiti su prese e luci. Ogni circuito ha il suo.
  • Scaricatore di sovratensione (se presente): protegge gli elettrodomestici da fulmini o picchi di tensione.
  • Contattori (se necessari): gestiscono carichi elevati, come il riscaldamento o il condizionatore, senza sovraccaricare l’impianto.

 

Quadro domotico

Coordina tutti i dispositivi smart e permette di controllare la casa in modo automatico o da remoto. Qui trovi:

  • Centralina domotica: gestisce i comandi e collega tra loro i vari apparecchi.
  • Moduli relè smart: piccoli interruttori intelligenti che accendono e spengono luci, prese o tapparelle.
  • Attuatori per tapparelle e tende: controllano l’apertura e la chiusura automatizzata.
  • Termostati smart e cronotermostati: regolano la temperatura in base alle impostazioni scelte o ai sensori ambientali.
  • Interfaccia per il sistema di allarme (se integrato): collega sensori di movimento, telecamere e sirene.
  • Gateway di comunicazione (se presente): connette la domotica al Wi-Fi o alla rete cablata della casa, permettendo il controllo tramite app o comandi vocali.

La domotica, però, non si limita a inserire qualche modulo smart nel quadro elettrico: l’impianto deve essere progettato con tutti gli elementi necessari, sia nel quadro che fuori.

 

Non basta solo il quadro: cosa serve davvero per avere una casa domotica?

Per avere un vero impianto intelligente non basta aggiungere qualche modulo domotico dentro il quadro elettrico. Servono almeno anche questi componenti:

  • Cavi e canaline per la trasmissione dati: un impianto domotico può funzionare via Wi-Fi, ma per ragioni di stabilità e sicurezza bisogna prevedere un cablaggio dedicato. Questo permette di collegare i dispositivi principali come luci, tapparelle e termostati alla centralina.
  • Sensori e dispositivi periferici: servono anche sensori di movimento, interruttori smart, rilevatori di temperatura e telecamere che comunicano con la centralina per rendere l’automazione efficace.
  • Un sistema di gestione e controllo: l’impianto deve essere compatibile con un’app o un software di gestione per impostare scenari personalizzati e controllare tutto anche a distanza.

 

Attenzione: se decidi per un impianto tradizionale e di aggiungere la domotica in un secondo momento, potresti dover rifare parte dell’impianto elettrico, aggiungere cavi e centraline. 

Un esempio? Se decidi di automatizzare le tapparelle dopo aver già finito i lavori, potresti dover rompere il muro per fare passare i nuovi cavi. Meglio pianificare tutto prima e avere un sistema pronto per il futuro, evitando modifiche costose e complicate.

Perché è importante suddividere il quadro elettrico domestico

Pianificare per tempo e selezionare i componenti giusti però non basta. 

Se il quadro elettrico non è suddiviso nel modo corretto, l’impianto non funziona come dovrebbe. Ogni circuito deve infatti alimentare specifiche aree della casa o funzioni. Ecco qui sotto spiegati tutti i perché di una buona suddivisione, corretta e funzionale.

  • Evita blackout totali: se un circuito si guasta, il problema resta confinato in una zona specifica, senza mettere fuori uso l’intero impianto.
  • Protegge i dispositivi elettronici: separare i circuiti protegge gli elettrodomestici e gli apparecchi sensibili come computer da sbalzi di tensione o sovraccarichi.
  • Migliora la gestione dei carichi: forno e lavatrice sullo stesso circuito? Errore: aumenta  il rischio di sovraccarico. Suddividere i circuiti evita scatti improvvisi del contatore e garantisce una distribuzione equilibrata dell’energia.
  • Rende più semplici manutenzione e interventi: con una suddivisione chiara, corretta e funzionale, individuare un problema e risolverlo diventa più veloce. 
  • Aumenta la sicurezza: un impianto ben suddiviso, che distribuisce meglio il carico elettrico, riduce il rischio di surriscaldamenti che potrebbero trasformarsi in incendi.

 

Di base, l’impianto si divide in tre macro-aree: illuminazione, prese e carichi speciali, come elettrodomestici, pompe di calore, impianti domotici. 

In case di grandi dimensioni o che hanno impianti avanzati, conviene suddividerlo ancora di più, con circuiti dedicati a ogni ambiente o funzione.

Teoria a parte, nella pratica come si fa questa suddivisione? Vediamo nel dettaglio come abbiamo progettato la distribuzione dei circuiti per garantire efficienza, sicurezza e massimo comfort in un appartamento di grandi dimensioni.

Un esempio pratico: come abbiamo suddiviso il quadro elettrico per un appartamento di 100/140 metri quadri

Vuoi un impianto sicuro, ben organizzato e facile da controllare? Ecco allora come abbiamo suddiviso un quadro elettrico di un appartamento di 100/140 metri quadri per ottenere proprio questo risultato.

  • Interruttore generale del quadro: è il punto di controllo principale, da cui puoi interrompere l’alimentazione in caso di necessità.
  • Zona cucina: un interruttore gestisce forno, frigorifero, lavastoviglie e piano a induzione. Se un elettrodomestico ha un problema, il resto della casa continua a funzionare senza intoppi.
  • Zona climatizzazione: un interruttore dedicato controlla i moduli del clima e il condizionatore, evitando che un guasto su uno di questi blocchi anche le altre utenze.
  • Zona bagni: qui lavatrice, asciugatrice e prese dei bagni hanno un interruttore separato, così l’eventuale malfunzionamento di un elettrodomestico non incide sul resto dell’impianto.
  • Illuminazione: un interruttore distinto mantiene attive le luci anche se si verifica un problema su altre linee.
  • Prese zona giorno e zona notte: due interruttori separati evitano sovraccarichi e permettono di gestire al meglio il consumo energetico.
  • Sistema di allarme: un interruttore autonomo assicura che la sicurezza della casa resti attiva in ogni situazione.

 

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Perché questa suddivisione?

Per avere il pieno controllo. Se qualcosa smette di funzionare, sai subito qual è la zona interessata e puoi agire di conseguenza. Niente blackout totali, niente ricerca alla cieca del problema. Ogni interruttore segnala il guasto esatto, riducendo al minimo i disagi.

Ma attenzione: individuare la zona del problema non significa metterci le mani da soli. L’elettricità non è pericolosa, è pericolosissima se non sei un tecnico specializzato. Se un interruttore scatta e non capisci perché, o se noti qualcosa di anomalo nel tuo impianto, chiama sempre un elettricista qualificato. Solo lui può intervenire in sicurezza e risolvere il problema senza rischi.

Le tipologie di quadro elettrico domestico

Il quadro elettrico è il cuore dell’impianto di casa, ormai lo sappiamo, ma come si sceglie quello giusto quando sul mercato ci sono tantissime soluzioni? 

Prima di rispondere, vediamo le tipologie di quadro elettrico più usate nelle abitazioni.

  • A parete
  • Da incasso

 

Quadro elettrico a parete

È la soluzione più comune nelle abitazioni. Si fissa al muro con i tasselli e ha una struttura compatta, con uno sportello trasparente che permette di controllare gli interruttori senza aprirlo. È pratico e ideale per quelle ristrutturazioni dove non si vogliono rompere i muri, ad esempio.

📌 Quando sceglierlo?
Se il quadro elettrico può rimanere a vista senza intaccare l’estetica.

 

Quadro elettrico da incasso

Si installa all’interno di una nicchia ricavata nel muro, lasciando visibile solo lo sportello. Quasi non si nota, l’ingombro è minimo e non pesa sull’estetica. Si usa spesso nelle nuove costruzioni o in ristrutturazioni che prevedono modifiche murarie.

📌 Quando sceglierlo?
Se non vuoi elementi che sporgono dalle pareti. 

 

Qual è la posizione ideale per il quadro elettrico di casa?

Dopo aver visto le diverse tipologie di quadro elettrico per un’abitazione, resta una domanda fondamentale: dove installarlo?

All’interno di un’abitazione, il quadro elettrico deve essere facilmente raggiungibile, ma mai d’intralcio o esposto a urti accidentali.

 

Dove e come si posiziona?

Si trova di solito all’ingresso dell’abitazione, in un ripostiglio o in una zona tecnica, comunque in una posizione comoda da raggiungere.

In appartamenti di grandi metrature, possono esserci quadri elettrici secondari in altre aree della casa per gestire e distribuire meglio i carichi.

 

A che altezza si installa?

Secondo la Norma CEI 64-8, il quadro elettrico si deve posizionare tra 1,5 e 1,7 metri dal pavimento.

 

Alcuni errori da evitare

Nasconderlo dietro mobili o porte, perché potrebbe diventare difficile da raggiungere in caso di emergenza.
Posizionarlo troppo in alto o in basso, perché deve essere accessibile senza sforzi.

Come capire se il quadro elettrico è a norma?

Arrivati a questo punto, c’è però ancora una domanda molto importante a cui bisogna rispondere: come si capisce se il quadro elettrico che abbiamo in casa è a norma o no? 

Premesso che per qualsiasi dubbio bisogna chiamare un elettricista, possiamo fare anche noi qualche controllo da soli. Ecco cosa possiamo verificare.

  • Le marcature CE.
  • Se ci sono gli interruttori di protezione.
  • Se i circuiti sono organizzati in modo chiaro.
  • Se abbiamo la Dichiarazione di Conformità o di Rispondenza.
  • L’età del quadro elettrico (e dell’impianto).

 

1. Controlla se quadro e interruttori hanno la marcatura CE

Apri lo sportello del quadro e guarda se tutti gli interruttori hanno la marcatura CE, il marchio che indica che i dispositivi rispettano gli standard di sicurezza europei. Si trova stampata sul corpo di ogni interruttore o su un’etichetta adesiva applicata sopra.

Anche il contenitore del quadro elettrico deve avere la marcatura CE, che garantisce che il materiale usato è conforme ai requisiti di sicurezza e resistenza previsti dalla norma. Si trova all’interno della scatola, su un’etichetta adesiva, incisa sulla plastica o sul metallo del quadro.

 

2. Verifica se ci sono gli interruttori di protezione giusti

Un quadro elettrico sicuro deve avere almeno questi dispositivi fondamentali.

  1. Interruttore generale: spegne tutto l’impianto in caso di emergenza.
  2. Salvavita: protegge le persone dalle dispersioni di corrente.
  3. Interruttori differenziali: proteggono le persone e i circuiti dalle dispersioni di corrente, suddividendo la protezione su più linee.
  4. Interruttori magnetotermici: evitano sovraccarichi e cortocircuiti, proteggendo i circuiti da guasti elettrici.
  5. Interruttori magnetotermici differenziali: combinano la protezione dei magnetotermici e dei differenziali in un unico dispositivo.

Se manca uno di questi componenti, il quadro potrebbe non essere sicuro. Meglio farlo controllare da un tecnico.

 

3. Controlla se i circuiti sono organizzati in modo chiaro

Aprendo il quadro, puoi verificare che gli interruttori di luci, prese, climatizzatore e di tutti gli altri elettrodomestici siano etichettati con nomi chiari e ben visibili. Questo aiuta l’elettricista a capire come sono disposti i circuiti e a individuare subito i problemi.

Se gli interruttori non hanno alcuna indicazione, segnalalo al tecnico, che aggiungerà le etichette per capire com’è suddiviso l’impianto.

Anche i cavi all’interno del quadro devono essere ordinati, senza fili intrecciati o fuori sede. Se noti un groviglio di fili, connessioni poco chiare o segni di usura, come cavi anneriti o scoloriti, avvisa subito un elettricista. Non toccare mai il quadro elettrico e non tentare di sistemare i cavi da solo: l’elettricità è pericolosa e solo un professionista qualificato può verificare lo stato dell’impianto in sicurezza.

 

4. Assicurati di avere la Dichiarazione di Conformità o la Dichiarazione di Rispondenza

Quando si installa o si modifica in modo radicale l’impianto elettrico, l’elettricista deve rilasciare per legge la Dichiarazione di Conformità (DiCo). Questo documento certifica che l’impianto è stato realizzato secondo le norme di sicurezza in vigore al momento dell’installazione. 

E se l’impianto è più vecchio e la DiCo non è stata fatta? In questo caso serve la Dichiarazione di Rispondenza (DiRi)

E come si ottiene? Un tecnico qualificato deve esaminare l’impianto e verificarne le caratteristiche. 

Attenzione però: la DiRi non certifica che l’impianto elettrico, soprattutto se molto datato, è sicuro ed efficiente ad oggi. La Dichiarazione di Rispondenza certifica che l’impianto rispetta le norme che erano in vigore quando è stato progettato, costruito e installato, anche se adesso non è più così. 

Per questo, se bisogna modificare l’impianto per metterlo a norma secondo norme tecniche e leggi vigenti, bisogna redigere la Dichiarazione di Conformità da zero. 

 

5. Considera l’età dell’impianto

Se l’impianto elettrico ha più di 20 o 30 anni, potrebbe aver bisogno di un aggiornamento per rispondere agli standard di sicurezza e di efficienza richiesti oggi.

Le norme sull’impiantistica elettrica si sono infatti evolute per migliorare la protezione contro cortocircuiti, sovraccarichi e dispersioni di corrente. Un impianto troppo vecchio potrebbe non avere dispositivi di protezione fondamentali come il salvavita, protezioni specifiche per i singoli circuiti, o sistemi di messa a terra aggiornati.

Ecco perché un controllo tecnico ti aiuterà a capire se è necessario adeguare il quadro elettrico, e di conseguenza anche l’impianto, per proteggere la casa e chi ci vive.

Quando arriva il momento di sostituire il quadro elettrico?

Oltre a scoprire come fare a capire se il quadro elettrico di casa è a norma, c’è un’ultima ma non meno importante domanda che richiede attenzione: quando arriva il momento di sostituire il quadro elettrico?

Qui rispondiamo, elencando quali sono i segnali che ci manda il quadro.

  • Se non è più a norma.
  • Se stai ristruttrando casa.
  • Se ci sono problemi di sicurezza.
  • Se la potenza non basta più.
  • Se hai frequenti sbalzi di tensione.
  • Se il quadro è spesso sovraccarico.

 

🚨 Se non è più a norma

Sopra a tutti i segnali, il primo è proprio questo: quando il quadro elettrico non è più a norma. Le norme sulla sicurezza infatti evolvono nel tempo, per proteggere sempre di più gli edifici e le persone. Se il quadro non le rispetta più, va sostituito. E chi può verificarlo? Solo un elettricista qualificato.

 

⚒️ Se stai ristrutturando casa

Il quadro elettrico si deve sostituire anche in caso di ristrutturazione. Un impianto, soprattutto se molto vecchio, non reggerà le esigenze di una casa moderna. Se ristrutturi, aggiornare il quadro elettrico ti permetterà di gestire meglio i consumi e integrare nuove tecnologie, per avere una casa che risponda a tutti i bisogni.

 

🚧 Se ci sono problemi di sicurezza

Prese che fanno scintille, interruttori che saltano, cavi danneggiati, odore di bruciato, oppure le protezioni che intervengono più del dovuto: tutti segnali che non si possono e non si devono ignorare, soprattutto quando sostituire i singoli componenti non basta più a garantire sicurezza. I rischi? Cortocircuiti ad esempio, e nei casi peggiori anche incendi. Serve quindi sostituire tutto il quadro elettrico.

 

⚡ Se la potenza non basta più

Elettrodomestici di nuova generazione, pompe di calore, auto elettriche: il fabbisogno energetico cresce. Se il quadro elettrico non lo supporta, il contatore può scattare di continuo. Aggiornarlo o sostituirlo significa evitare disagi e ottimizzare i consumi.

Ora sai tutto, o quasi, sul quadro elettrico di casa. Ma se hai dei dubbi e non sai ancora se è davvero sicuro o diventerà un problema, ci pensiamo noi.

Se vuoi un impianto che funzioni bene oggi e che sia pronto anche per domani, parliamone.

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