Ecco come ci salva la vita l’impianto di rivelazione incendi

Qualche minuto. 

In alcuni casi addirittura pochissimi secondi.

Questo è il tempo che impiega un incendio a divampare e a diffondersi in un edificio. E il pericolo non si ferma alle fiamme. Il pericolo è la temperatura che sale, diventando insopportabile. Il pericolo è il fumo che si muove veloce e in un attimo invade tutto, riducendo la visibilità, facendoci perdere l’orientamento e intossicandoci. 

Per questo motivo l’impianto di rivelazione incendi, o più semplicemente conosciuto come impianto antincendio, è fondamentale.

Perché fa la differenza tra la vita e la morte.

Rivelazione o rilevazione?

Prima di entrare nei dettagli tecnici, è utile spiegare la differenza tra “rivelazione” e “rilevazione”, spesso usati come sinonimi intercambiabili.

Quando parliamo dell’impianto antincendio, la rilevazione si riferisce al processo che segnala la presenza di un incendio, attraverso sensori, o rilevatori, di fumo, di calore e di fiamma.

La rivelazione invece comprende il processo di rilevazione dell’incendio, il sistema di allarme e comunicazione agli occupanti dell’edificio, e i sistemi di controllo dell’edificio stesso. Questo significa che identifica l’incendio; allerta in tempo reale le persone che si trovano nell’edificio tramite il sistema di allarme, in modo che si mettano in sicurezza; e allo stesso tempo notifica l’allarme anche ai sistemi di gestione dell’edificio, in modo che attivino le misure di sicurezza integrate, come la chiusura automatica delle porte tagliafuoco.

In sintesi, mentre la rilevazione si concentra sulla scoperta dell’incendio, la rivelazione si estende alla comunicazione e alla gestione dell’intera emergenza.

Come funziona l’impianto di rivelazione incendi?

L’impianto antincendio è composto da sensori e rilevatori distribuiti in vari punti strategici dell’edificio, che reagiscono a specifici segnali di pericolo, come l’aumento inaspettato della temperatura o la presenza di particelle di fumo nell’aria.

Quando uno di questi sensori rileva una situazione pericolosa, invia un segnale all’unità centrale di controllo, che dopo aver verificato la segnalazione, attiva risposte pre-programmate, come segnali acustici e visivi per allertare gli occupanti dell’edificio, sistemi automatici di estinzione dell’incendio, come gli sprinkler, o ancora, allerta i servizi di emergenza locali.

Quando è obbligatorio installare l’impianto di rivelazione incendi?

La normativa italiana prevede che l’impianto antincendio venga installato negli edifici che per dimensioni o destinazione d’uso presentano un elevato rischio in caso di incendio. La legge vale sia per gli edifici di nuova costruzione che per quelli in fase di ristrutturazione.

ATTENZIONE: Bisogna sempre consultare gli aggiornamenti e le integrazioni alla normativa, per verificare tutti i casi che rendono obbligatoria l’installazione degli impianti di rivelazione incendi.

Quali sono le componenti dell’impianto antincendio?

Centralina

La centralina riceve i segnali dai sensori e dai rilevatori, elabora le informazioni e, in caso di incendio, attiva il sistema di allarme e le procedure di evacuazione. Si trova in una postazione di controllo facilmente accessibile all’interno dell’edificio. 


Sensori e rilevatori

Questi dispositivi rilevano la presenza di fumo, un aumento inaspettato della temperatura o la presenza di fiamme, e segnalano immediatamente alla centralina. Vengono posizionati in punti strategici dell’edificio, come corridoi, stanze, aree di grande afflusso e anche vicino a potenziali fonti di incendio. 

Tra i più comuni installati abbiamo proprio i rilevatori di fumo, di calore e di fiamma.

Rilevatori di fumo

Rilevano la presenza di fumo nell’aria, uno dei primi segnali di un incendio. Possono essere di tipo ionico, e rilevare le particelle di fumo attraverso un processo chimico, o fotoelettrico, che utilizza un fascio di luce per identificare le particelle di fumo nell’aria. 

Rilevatori di calore

Rilevano un aumento anomalo della temperatura, che può indicare l’inizio di un incendio. I rilevatori di calore sono installati in ambienti dove la presenza di fumo potrebbe essere normale, come cucine industriali, garage, o officine, dove le attività svolte possono produrre fumo senza che ci sia un incendio. Evitando così falsi allarmi. 

Li troviamo inoltre in aree ad alto rischio di incendio veloce, come locali tecnici dove sono presenti materiali infiammabili o aree con apparecchiature e impianti che possono generare calore elevato.

Esistono modelli a taratura fissa, che si attivano quando la temperatura supera una certa soglia preimpostata, e modelli di tipo rate-of-rise, che rilevano un rapido aumento della temperatura nell’ambiente.

Rilevatori di fiamma

Identificano la presenza di fiamme, utilizzando tecnologie che rilevano le radiazioni ultraviolette (UV) o infrarosse (IR) emesse dalla combustione.

I rilevatori di fiamma si installano in aree dove la presenza di fiamme libere è altamente probabile e potrebbe causare gravi danni in tempi brevi. Li troviamo ad esempio in grandi magazzini che stoccano materiali facilmente infiammabili, nelle industrie chimiche dove si lavorano o si immagazzinano liquidi o gas infiammabili, e nelle centrali elettriche dove il rischio di scintille o surriscalmento è elevato. 


Sirene e dispositivi di allarme

Avvisano in tempo reale gli occupanti dell’edificio che c’è un incendio in corso, consentendo l’evacuazione tempestiva. Si installano in varie zone dell’edificio per garantire che l’allarme venga sentito da tutti. 


Moduli di interfaccia

I moduli di interfaccia permettono di integrare l’impianto di rivelazione incendi con altri sistemi di sicurezza presenti nell’edificio, come la videosorveglianza o il controllo accessi. Si installano nella sala controlli o nei locali tecnici.


Pulsanti di segnalazione manuale

Consentono a chiunque si trovi nell’edificio di segnalare manualmente la presenza di un incendio alla centralina, attivando l’allarme. Per questo si posizionano in punti facilmente accessibili e visibili dell’edificio, come vicino alle uscite di emergenza.

Le differenze tra l’impianto di rivelazione incendi convenzionale e indirizzato

Esistono due tipi di impianto di rivelazione incendi: convenzionale e indirizzato. Sono diversi perché comunicano in modo diverso l’allarme e come identificano la zona di pericolo.

Impianto convenzionale

Gli impianti convenzionali dividono l’edificio in zone, e quando un sensore rileva un incendio, segnala solo la zona in cui si è attivato l’allarme. Questo sistema può essere efficace in strutture di piccole o medie dimensioni, non in edifici grandi o complessi.

Impianto indirizzato

Al contrario, gli impianti di rivelazione incendio indirizzati sono dotati di sensori che comunicano il loro indirizzo univoco alla centralina.

Questo significa che, in caso di allarme, si identifica il sensore che ha rilevato il pericolo, offrendo una precisione e una rapidità d’intervento maggiori. Questa tecnologia è efficace in edifici di grandi dimensioni o con elevati requisiti di sicurezza.

Chi realizza l’impianto antincendio?

L’impianto di rivelazione incendi deve essere realizzato da professionisti certificati e qualificati nel settore della sicurezza antincendio

  • La progettazione è di competenza dell’ingegnere antincendio, che analizza i rischi specifici dell’edificio e crea un sistema personalizzato.
  • L’installazione dell’impianto è effettuata da aziende specializzate nel settore della sicurezza antincendio, che devono seguire rigorosamente le normative vigenti.
  • La manutenzione, infine, è garantita da professionisti o aziende qualificate che si occupano di verificare periodicamente l’efficienza e il corretto funzionamento dell’impianto, assicurando che questo sia sempre in grado di offrire la massima protezione.

Come fare manutenzione all’impianto di rivelazione incendi

La manutenzione è una tappa fondamentale per assicurarsi che l’impianto di rilevazione incendi operi in modo efficace. 

Noi consigliamo sempre di contattare tecnici qualificati con esperienza e di attuare un piano di manutenzione regolare che includa questi passaggi.

  • Effettuare ispezioni visive regolari: controllare periodicamente che non ci siano danni visibili ai sensori e agli altri componenti dell’impianto.
  • Pulire i sensori: i sensori di fumo e calore possono accumulare polvere e sporcizia che ne compromettono la funzionalità. È quindi utile pulirli con attrezzi adatti.
  • Verificare la corretta alimentazione dell’impianto: assicurarsi che l’alimentazione elettrica e le batterie di backup funzionino correttamente per garantire operatività continua.
  • Controllare i dispositivi di segnalazione: testare regolarmente sirene e luci di emergenza per assicurarsi che siano in grado di avvisare in caso di incendio.
  • Revisionare periodicamente tutto il cablaggio: verificare l’integrità dei cavi per prevenire malfunzionamenti dovuti a usura o danneggiamenti.
  • Aggiornare il software di gestione dell’impianto: assicurarsi che il software sia sempre aggiornato alle ultime versioni per sfruttare miglioramenti e patch di sicurezza.
  • Formare il personale: è essenziale che il personale sia ben formato sull’uso e sulla manutenzione dell’impianto, oltre che sulle procedure da seguire in caso di allarme.
  • Sostituire i componenti obsoleti: componenti vecchi o non più a norma compromettono l’efficienza dell’impianto, quindi, quando necessario, procedere alla loro sostituzione.
  • Elaborare un piano di manutenzione: avere un calendario di manutenzione preventiva permette di non trascurare nessun aspetto importante e di pianificare le verifiche nel tempo.

In questo modo si mantiene l’impianto di rivelazione incendi in condizioni ottimali, conservando la sua affidabilità ed efficacia nel tempo.

Quando fare controllare l’impianto

Oltre alla manutenzione regolare, ci sono gesti e accorgimenti che, in alcuni casi, possono attuare anche i non addetti ai lavori, per segnalare in modo tempestivo che qualcosa non va nell’impianto.

E far sì che tecnici qualificati intervengano per controlli più approfonditi.

  • Falsi allarmi frequenti: un impianto che genera falsi allarmi con regolarità indica potenziali problemi di sensibilità o funzionalità dei sensori.
  • Difficoltà nel ripristinare il sistema dopo un allarme: un sistema che non si resetta facilmente dopo un allarme può avere problemi nel software di gestione.
  • Indicatori luminosi o sonori non funzionanti: la rottura o il malfunzionamento di sirene e luci di emergenza compromettono la capacità dell’impianto di segnalare un pericolo.
  • Fluttuazioni di alimentazione senza motivi apparenti: interruzioni o variazioni di corrente possono indicare guasti nei sistemi di alimentazione di backup o nelle connessioni.
  • Rilevatori di fumo o calore danneggiati visivamente: componenti fisicamente deteriorati possono non funzionare correttamente, richiedendo una sostituzione urgente.
  • Messaggi di errore sul pannello di controllo: segnalazioni frequenti di errore sul pannello di controllo possono indicare problemi software o hardware.
  • Difficoltà di comunicazione tra i vari componenti dell’impianto: un impianto che mostra problemi di sincronizzazione o comunicazione tra sensori, pannelli e dispositivi di avviso può avere guasti nella rete interna.
  • Pulsanti di emergenza inattivi: se i pulsanti di emergenza non attivano l’allarme, è necessario un intervento tecnico per ripristinarne la funzionalità.
  • Componenti che si surriscaldano senza motivo: componenti dell’impianto che diventano caldi al tatto senza apparente motivo richiedono un’ispezione immediata per prevenire danni maggiori o incendi.

Facciamo in modo che la sicurezza sia sempre la priorità da rispettare. Non facciamola aspettare neanche un secondo di più, perché proprio quel secondo può fare la differenza tra la vita e la morte.

Fai controllare il tuo impianto antincendio.

 

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